Scopri come l'infiammazione sistemica può compromettere lo stato di salute generale

Come valutare lo stato di infiammazione individuale


Oggi prevenire le malattie acute e croniche degenerative, tra cui le infezioni causate da virus e batteri, è fondamentale per mantenere un buon stato di salute. Nelle persone più suscettibili tali condizioni possono provocare reazioni infiammatorie importanti in base alla predisposizione genetica e allo stato del sistema immunitario.
Agli attacchi di pericolosi agenti infettivi come il nuovo Coronavirus responsabile della pandemia in corso, per esempio, il corpo reagisce producendo specifiche proteine cellulari – chiamate “citochine” – in grado di modulare le reazioni del sistema immunitario e attivare la risposta infiammatoria necessaria a contrastare i la proliferazione dei patogeni.

Le citochine fondamentali


L'interleuchina 6 (IL-6), l'interleuchina 1-beta (IL-1ß) e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-⍺) sono le citochine infiammatorie primarie e costituiscono una quaterna di mediatori cellulari fondamentali dell'immunità naturale.

  • L'IL-6, una volta sintetizzata nella fase iniziale dell'infiammazione, entra nel circolo sanguigno per promuovere il rilascio di piastrine da parte del midollo osseo e attivare nel fegato la produzione di un'ampia gamma di proteine della fase infiammatoria acuta come la proteina C-reattiva, il fibrinogeno e l'amiloide A. Nelle infezioni virali questa citochina avrebbe dimostrato di promuovere la risposta di linfociti T, la riparazione dei tessuti, la migrazione e la fagocitosi dei macrofagi prevenendo in questo modo il suicidio (apoptosi) delle cellule epiteliali indotto dai virus.
  • L'IL-1ß è una citochina chiave nell'attivazione della risposta infiammatoria acuta e del sistema immunitario. Prodotta da varie cellule del sistema immunitario innato come granulociti neutrofili, linfociti natural-killer (NK), moniciti e macrofagi, l'IL-1ß stimola la produzione di sostanze infiammatorie come l'ossido nitrico (NO) e le prostaglandine, attiva i linfociti T e promuove la produzione di linfociti B, controlla la proliferazione di fibroblasti e la sintesi di proteine infiammatorie. Oltre a indurre la febbre per limitare la moltiplicazione di agenti infettivi, l'IL-1ß provoca sonnolenza, scarso appetito, ipotensione e riduzione della soglia del dolore.
  • Il TNF-α, prodotto principalmente dai macrofagi oltre che da linfociti T e NK, granulociti e fibroblasti, è una citochina chiave del sistema immunitario. Oltre ad essere coinvolto in numerosi processi come quelli della cancerogenesi e della replicazione virale, il TNF-α contribuisce a stimolare la reazione infiammatoria della fase acuta e ad avviare e mantenere l'infiammazione sistemica. Questa citochina è, quindi, uno dei mediatori proinfiammatori più importanti, tanto da avere un ruolo cruciale per esempio nello sviluppo dell'insulino-resistenza e della patogenesi del diabete mellito di tipo 2.

L'analisi dei fattori sierici di infiammazione

La ricerca di queste molecole proteiche nel sangue fornisce informazioni utili a valutare lo stato del sistema immunitario nella sua componente infiammatoria. La rilevazione di IL-6, IL-1ß e TNF-α attraverso un semplice prelievo di sangue capillare con un pungidito consente di ottenere non solo una fotografia dello stato infiammatorio individuale presente in quel momento, ma anche di caratterizzare tale condizione distinguendola in uno stato di infiammazione fisiologica, infiammazione acuta o addirittura infiammazione cronica.

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La combinazione dell'analisi genetica e dell'analisi del sangue è in grado di fornire una valutazione certa sulla predisposizione infiammatoria e sulla reattività del sistema immunitario con la possibilità di definire suggerimenti nutrizionali e interventi di integrazione su misura per modulare l'eventuale squilibrio dello stato infiammatorio e sostenere le difese immunitarie dell'organismo per reagire in maniera ottimale a tutte quelle provocazioni e insulti ambientali che minano continuamente la nostra salute.

NB. I suggerimenti nutrizionali e i consigli di integrazione qui riportati sono stati elaborati in base ai risultati ematici e alla costituzione genetica rilevata dal test e rappresentano solo un esempio di intervento medico atto a modificare lo squilibrio dello stato infiammatorio del soggetto sottoposto ad esame. Dipendentemente dalla condizioni cliniche e fisiopatologiche del paziente (concomitante presenza di disturbi o patologie cardiometaboliche, infettive, neurologiche, ecc.), è possibile modulare l'idoneità degli alimenti qui riportati, che andranno valutati dal medico o dal nutrizionista che ne conoscono la storia clinica e sono in grado di utilizzare le informazioni fornite dai test per formulare un piano alimentare e di integrazione personalizzato.